Lo scanno consumato è un coltello nato per lavorare di punta, per disossare e sfilettare, e grazie alla sua dimensione ridotta è perfetto anche come spelucchino.
Assieme al trinciante corto sono un buon inizio in cucina, la coppia di coltelli da avere.
45,00 €
spedizione gratuita in tutta Italia in 2 gg lavorativi
*se acquisti con Satispay, una volta effettuato il pagamento inviaci la ricevuta a contatti@laboratoriocingoli.it
utilizzo
– è un coltello nato per lavorare di punta, per disossare e sfilettare
– le sue dimensioni ridotte conferiscono maggior controllo ai movimenti, riducendo il pericolo di tagliarsi mentre sfiletti
– è molto agile, perfetto anche come spelucchino per lavori minuti come pelare cipolle e patate
– ha un manico ergonomico: offre una presa comoda e un ottimo bilanciamento nell’impugnatura, facile da lavare
caratteristiche tecniche
– lunghezza completa 23,5 cm
– dimensioni lama: L110mm, H15mm, Sp.2mm
– manico in polipropilene
affilatura
L’acciaio carbonio, detto ferro, è più vetroso rispetto all’acciaio inox.
Mentre l’inox, più flessibile, è quasi più gommoso e più difficile da affilare, il ferro è facilissimo da affilare, con pochi colpi di acciaino si ottiene una lama estremamente tagliente.
Clicca qui per guardare i video dei 4 metodi diversi per affilare un coltello.
manutenzione
L’acciaio carbonio utilizzato nei nostri coltelli da cucina subisce, con l’utilizzo, un normale processo di ossidazione. Si consiglia pertanto di asciugarlo prima di riporlo. La superficie con l’andare del tempo assumerà una colorazione brunita, caratteristica di questi acciai.
il progetto lamaCarbonio
Da ragazzino utilizzavo il classico coltellino della Opinel, quello con il manico in legno e la lama che diventava scura, con la mano coronata. Senza saperlo utilizzavo già dei coltelli in acciaio al carbonio. Mi accorsi ben presto quanto facile fosse rendere questa lama affilata, anche con una semplice pietra. Ai tempi per affilare il mio coltellino utilizzavo quella che nelle marche viene chiamata “cote”, la pietra per affilare le falci, molto simile alla pietra in ceramica che utilizzo adesso.
Più grande mi avvicinai, come spesso capita a chi intraprende un percorso in cucina simile al mio, alle lame giapponesi. Tutti coltelli in acciaio al carbonio estremamente affilati. Lame molto taglienti e facili da affilare, con l’unica necessità di essere ben asciugate dopo l’utilizzo e magari leggermente unte.
L’unico “difetto” per un cuoco come me erano le forme delle lame giapponesi. Era possibile utilizzarle anche per i nostri tagli, ma a tutti gli effetti le nostre lame, erano più adatte per i nostri utilizzi. Giustamente le nostre lame occidentali si erano evolute in funzione dell’utilizzo che ne facevamo, della loro funzione in cucina.
Provai allora a cercare dei coltelli in acciaio al carbonio con le forme occidentali. Ma dopo molti anni l’unica risorsa trovata erano i mercatini dell’antiquariato dove reperire vecchi coltelli in acciaio carbonio. In alternativa artigiani, fabbri che forgiavano le lame una per una, spesso con forme poco utili all’utilizzo in cucina e con costi molto alti. I coltelli in acciaio carbonio erano stati prodotti fino a poco dopo gli anni ’50, per poi essere sostituiti dall’acciaio inox, meno performante a livello di “affilatura”, ma di più facile manutenzione. L’acciaio inox, come sottolinea il nome, infatti non ossida.
Provai allora a progettare una lama moderna, con il manico a norma, e le forme occidentali riutilizzando questo vecchio materiale. Dei coltelli in acciaio carbonio da cucina.
Per la parte progettuale di questi coltelli in acciaio carbonio mi aiutò l’amico e architetto Daniele Borin. Assieme a lui ci appoggiamo a una piccola azienda di Premana (un’eccellenza nella produzione di coltelli in Italia): il coltellificio Fratelli Rizzi.
NON PERDERTI LA NEWSLETTER SETTIMANALE DI GIULIANO CINGOLI